Zafferano: coltivazione, esposizione e cure
Crocus sativus
Famiglia: Iridacee
Origine: Asia Minore
Lo zafferano è, come dice il suo nome latino Crocus sativus, il croco coltivato; il vocabolo “croco” è l’italianizzazione di krokos, nome greco della pianta.
Origine, la storia
Quanto alla parola zafferano, deriva dall’arabo za’faran che significa giallo. Gli stimmi dei fiori contengono una sostanza solubile, la crocino, che tinge di giallo salse e intingoli conferendo loro un gusto molto particolare.
Gli antichi attribuivano allo zafferano un grande numero di virtù e proprietà terapeutiche: «E’ un eccellente cordiale che fortifica il cuore…è efficace contro tutte le malattie contagiose e maligne, le febbri e il vaiolo; calma la tosse, provoca le mestruazioni e aiuta molto in caso di parto difficile.».
il Medioevo fu l’età d’oro per la coltivazione e l’uso dello zafferano. E’ una pianta perenne bulbosa. Dal bulbo, poco più grande di una nocciola, nascono due o tre fiori a forma di lungo imbuto, svasato a stella, di colore variabile dal lilla chiaro al viola purpureo; dall’interno della corolla si allunga un filamento bianco, lo stilo, che termina con tre grossi stimmi di color giallo arancio o rosso vivo.
Le foglie, lunghe e molto strette, si sviluppano numerose subito dopo la fioritura, che avviene alla fine de l’estate.
Il raccolto
A seconda del clima, il raccolto varia da una regione all’altra; lo si può effettuare da settembre a novembre. Si raccomanda di mettersi all’opera nelle prime ore del mattino o alla sera, quando i fiori sono chiusi.
Tagliateli alla base e stendeteli su una stuoia all’ombra, tagliate poi lo stilo di ogni fiore sotto al punto di inserzione degli stimmi (attenzione: non gli stami, che sono anch’essi in numero di tre). Separato dal fiore, lo stimma può essere riscaldato in un piccolo forno o su un braciere o su fuoco moderato.
L’umidità e la luce nuocciono allo zafferano, bisogna perciò conservarlo in barattoli di vetro ben chiusi, in luogo asciutto e buio.
Lo zafferano stimola l’appetito e facilita la digestione. Lo si può prendere in infuso (un pizzico di zafferano in una tazza d’acqua bollente, zuccherato a volontà) dopo i pasti.
Per calmare i dolori di denti dei bambini, sfregare loro le gengive con infuso freddo molto concentrato. A grandi dosi lo zafferano può diventare tossico e provocare emorragie.
E’ interessante precisare che sono necessari 100 000 fiori per ottenere 1 kg di polvere secca: questo spiega il prezzo elevatissimo dello zafferano che spesso, purtroppo, viene sofisticato con la curcuma
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