Scindapsus o pothos: coltivazione, esposizione e cura

scindapsus
scindapsus appena rinvasato

Scindapsus aureus

Famiglia: Aracee

Origine: Isole Salomone

lo scindapsus, forse più conosciuta con il nome di “pothos” è una delle più diffuse per appartamento, grazie alla sua robustezza e al magnifico fogliame; può avere portamento rampicante (se si pone nel vaso un tutore) oppure ricadente.

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Il nome latino Scindapsus sembra essere derivato dal greco “skindapsos” che significa edera, alla quale effettivamente questa pianta assomiglia un poco e della quale è il sostituto negli ambienti chiusi, dal momento che ama il caldo.

Il migliore effetto ornamentale si ottiene ponendo lo scindapsus in un vaso appeso in un locale luminoso; lo si può anche associare ad altre piante che abbiano le stesse esigenze, realizzando combinazioni molto decorative.

In una ciotola ampia si possono unire allo scindapsus qualche rametto di erba miseria, un croton e un asparagus.

Lo scindapsus è una pianta perenne dalle foglie a forma di cuore, lucenti, interamente verdi o macchiate di giallo o ancora screziate in verde e bianco.

Esposizione

Per questa pianta la luce ideale è quella indiretta; mai esporla ai raggi diretti del sole che “brucerebbero” le foglie.

Sopporta anche gli angoli non troppo luminosi, ma in questo caso il colore delle foglie perde di luminosità.

Temperatura

Non deve mai scendere sotto i 20 °C durante il giorno e deve mantenersi tra i 14 e i 18 durante la notte.

Riproduzione

Moltiplicazione facile per talea. Porre direttamente le talee in torba umida e sabbia, o nell’acqua, per qualche giorno, finché emettono le radici, quindi invasare.

Il fusto è sempre unico, conviene perciò porre 3 o 4 talee nello stesso vaso.

Innaffiature

Il terriccio deve essere sempre umido. E’ bene spruzzare acqua sulle foglie con un vaporizzatore durante l’estate e fertilizzare regolarmente da maggio a ottobre.

I floricoltori coltivano lo scindapsus in vasi con tutori composti da una colonna di spugna, che conserva un’umidità costante.

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