Lo scoiattolo del Giappone o chipmunk: caratteristiche, allevamento e foto.
DESCRIZIONE
Tamias (Tamias striatus)
La prima considerazione che va fatta è che questo piccolo Sciuride asiatico è senza dubbio la specie più diffusa come animale da compagnia.
La provenienza
Questo scoiattolo appartiene a un gruppo comprendente diciannove specie, di cui una ascritta al genere Tamias (Tamias striatus), diffusa, come già detto, nella parte orientale del continente nordamericano e meglio conosciuta con il nome di chipmunk orientale.
Le altre diciotto specie sono tutte appartenenti al genere Eutamias, diffuso anch’esso in Nord america ma nella parte occidentale, con diciassette specie, mentre una sola, Eutamias sibiricus (lo scoiattolo giapponese) è presente in Asia. In questo continente lo si rinviene nelle zone temperate della parte centro-orientale, nonché in Giappone.
Questa specie, come ripetutamente riferito, risulta essere quella maggiormente allevata, tanto che gli operatori commerciali del settore le hanno attribuito il nome, prettamente commerciale, di scoiattolo del Giappone, come se si trattasse di un endemismo di quell’arcipelago, mentre, come si è visto, lo si rinviene in quasi tutta l’Asia Centro Orientale.
Un errore che viene spesso fatto è quello di confondere questa con alcune specie dall’aspetto simile appartenenti al genere Funambulus, anch’esso diffuso in Asia, e note (come già riferito) con il nome di scoiattoli delle palme o borunduk. Si tratta di scoiattoli che molto raramente raggiungono il nostro mercato, tuttavia non pochi commercianti continuano a chiamare anche i Tamia con il nome di scoiattoli delle palme; ciò è piuttosto strano se si pensa che i veri scoiattoli delle palme sono di abitudini prettamente arboricole, mentre questa è una specie terricola.
Le importazioni dai paesi d’origine di questo scoiattolo si sono, negli ultimi tempi, notevolmente ridotte a causa delle restrizioni messe in atto per proteggerlo. Anche se questa specie non è stata ancora inserita nell’elenco delle specie minacciate, da un paio di anni a questa parte il numero degli esemplari esportabili si è ridotto a causa di leggi interne dei Paesi esportatori.
Fortunatamente lo scoiattolo giapponese si riproduce in cattività abbastanza facilmente, e in molti paesi (soprattutto europei) esso viene allevato in numero tale da provvedere adeguatamente alle richieste del mercato senza intaccare le popolazioni presenti in natura.
Tutto questo ha portato dei vantaggi dal punto di vista dell’allevamento, poiché gli esemplari attualmente commerciati, essendo nella maggioranza dei casi nati in cattività, sono più facilmente addomesticabili e vivono, sia nelle gabbie domestiche che in voliera all’aperto, senza grossi traumi (cosa che spesso avviene per gli esemplari catturati in età troppo avanzatali Unico problema, se così lo si può definire, derivato dalla commercializzazione degli scoiattoli nati in cattività è quello del prezzo, che è, negli ultimi tempi è lievitato notevolmente. Questo però a tutto vantaggio della qualità degli animali acquistabili, che sono più tranquilli (con comportamento molto socievole nei confronti dell’uomo), più sani e più robusti.
La morfologia
Come si è detto sinora per tutti gli altri Sciuromorfi, anche Eutamias sibiricus ha un aspetto vispo e attraente.
La testa, abbastanza grande rispetto al resto del corpo, è tondeggiante, con il muso appuntito e gli occhi abbastanza grandi; le orecchie sono corte e di forma arrotondata.
Raggiunge una lunghezza massima di circa venticinque centimetri di cui quindici sono occupati dal corpo, che si presenta snello e allungato. Gli altri dieci sono tutti per la coda. Gli arti, non molto lunghi, sono provvisti come negli altri scoiattoli di quattro dita ciascuno gli anteriori e di cinque i posteriori. Tutte le dita recano unghie lunghe e aguzze, che gli consentono di arrampicarsi, anche su superfici abbastanza lisce, con facilità.
Il corpo è ricoperto da un fitto e morbido pelame. Sulla coda è più lungo, e conferisce a quest’ultima l’aspetto di un vistoso pennacchio. La colorazione è rosso-bruna sul dorso con sfumature grigie e biancastre nella regione ventrale. Il dorso è solcato longitudinalmente da caratteristiche strisce chiare e scure, la coda è bruno-marrone.
Il dimorfismo sessuale
Nello scoiattolo giapponese, come del resto in tutti i mammiferi, il dimorfismo sessuale è molto evidente. Capovolgendo l’animale e tenendolo a pancia in su (lo si può sostenere sul palmo della mano trattenendogli la testa fra pollice e indice) si noteranno, nella femmina, la vulva, che nel periodo di estro presenta edema e congestione, immediatamente vicina all’ano, e nel maschio il pene, che ne è distanziato di circa 2 cm. Nel maschio in primavera, durante il periodo di riproduzione, sono particolarmente visibili i testicoli, che in questo periodo scendono dalla cavità addominale alla borsa scrotale.
Per gli altri aspetti della morfologia vale quanto detto nella descrizione della famiglia, poiché anche in questa specie sono presenti le caratteristiche borse facciali (nelle quali viene accumulato e trasportato il cibo) e la dentatura particolarmente robusta, che si presenta con le stesse caratteristiche di tutti gli Sciuridi.
L’ecologia
Come detto più volte, questo scoiattolo fa parte delle specie terricole. Infatti un altro errore che si commette con frequenza nei confronti di E. sibiricus riguarda le sue abitudini naturali, poiché è ritenuto da più parti arboricolo e quindi impegnato a saltare da un ramo all’altro degli alberi. Niente di più sbagliato: in natura esso vive in coppie, scavando lunghe e complesse tane sul terreno in cui nasconde il cibo, si riproduce e trascorre il periodo di letargo.
Certamente non disdegna rapide e agili incursioni sui rami più alti delle conifere abbondanti nelle sue zone d’origine, ma non per questo si può considerare arboricolo.
Questo scoiattolo cade in letargo che trascorre nelle tane scavate nel terreno mangiando bacche, radici, erbe varie, germogli, cortecce ecc.
Il linguaggio
Gli scoiattoli giapponesi emettono una grande varietà di suoni; caratteristico, come già detto, è il fischio delle femmine in amore. Questo fenomeno è facilmente riscontrabile anche in cattività, perché all’inizio della primavera le femmine entrano nel periodo di estro e iniziano a emettere questo genere di segnale che va progressivamente aumentando per intensità e frequenza anche se non hanno la necessità di procurarsi il compagno, già presente, nella maggioranza dei casi, nella gabbia o nella voliera.
In natura questi animali ricorrono alle segnalazioni vocali, al pari di quasi tutti gli Sciuridi, anche per avvisarsi reciprocamente dell’approssimarsi di un pericolo.
Come tutti gli scoiattoli anche E. sibiricus ha l’abitudine di sedersi sugli arti posteriori, afferrando il cibo con quelli anteriori, che usa anche per fare toeletta. Durante queste operazioni (quella di toeletta è molto frequente) lo scoiattolo tiene la coda ripiegata sul dorso.
Il comportamento
Gli scoiattoli del Giappone, come riferito, in natura non hanno al contrario di molte altre specie terricole un comportamento gregario, e abitano in coppie il proprio territorio, costituito generalmente dal terreno situato nelle immediate vicinanze della tana. Pertanto si riscontra, in questa specie, una maggiore aggressività intraspecifica rispetto a quella interspecifica.
In cattività
Anche in cattività E. sibiricus non manifesta un’aggressività interspecifica particolarmente sviluppata; nonostante ciò la convivenza con altre specie di animali è possibile solo in caso di grosse voliere, dove meglio si acclimata creandosi un proprio territorio senza disturbare gli altri ospiti. Ho assistito personalmente alla convivenza in voliera di questo scoiattolo con cavie (il comune porcellino d’india, o le più appariscenti cavie peruviane) e conigli nani; una volta addirittura con varie specie di tortore (in una voliera comunque molto grande). L’unico tra i piccoli mammiferi domestici con cui a mio parere non andrebbe mai allevato è il criceto (.Meso-cricetus auratus), ma più per colpa di quest’ultimo che non dello scoiattolo. Con esso ingaggerebbe sicuramente lotte furiose e cruente.
Come si può chiaramente dedurre da quanto detto sinora, è facile che si possa manifestare, anche in cattività, un comportamento aggressivo intraspecifico tra gli scoiattoli quando questi non vengano fatti convivere in ampi spazi e soprattutto in coppie pari: può accadere infatti che gli animali rimasti senza compagno vadano a disturbare le coppie già formate. In tal caso è preferibile, eventualmente, ospitare un maggior numero di femmine rispetto ai maschi che non viceversa. Comunque sconsiglio vivamente di effettuare tentativi del genere se non si dispone di un’ampia voliera.
Come addomesticarlo
Gli scoiattoli, al contrario di molti piccoli mammiferi domestici (criceti, conigli nani e soprattutto cavie), hanno un comportamento meno docile e familiare verso chi li alleva. Ciò è dovuto a diversi fattori, ma soprattutto al fatto che molti degli esemplari commerciati provengono ancora direttamente dai Paesi di origine e risultano pertanto più diffidenti (a meno che non si tratti di individui molto giovani) di quelli riprodotti in cattività.
Nonostante questo, comunque, con pazienza e buona volontà si può ottenere anche in breve tempo l’addomesticamento degli esemplari allevati, che però difficilmente raggiungeranno il grado di docilità che si può ottenere, ad esempio, con i criceti e le cavie.
Lo scoiattolo giapponese, se allevato secondo i criteri enunciati da questo manuale, può raggiungere in cattività addirittura i dieci anni di vita.
Come farli affezionare a noi
Per ottenere scoiattoli domestici occorre acquistare esemplari giovani (dai due ai sei mesi di vita) o, meglio ancora, soggetti nati in cattività (ma sempre di giovane età) e allevarli singolarmente, poiché la vita di coppia o di gruppo rende molto difficile – se non impossibile – l’addomesticamento.
Per cercare di accattivarsi le simpatie degli scoiattoli si deve innanzitutto offrirgli un cibo che ne stuzzichi l’interesse: nel caso dello scoiattolo del Giappone ho potuto verificare che è particolarmente ghiotto di castagne, noci, arachidi, ghiande e, soprattutto, dei semi contenuti nelle mele mature. Una volta individuato il
cibo più ambito, evitando tuttavia di somministrarglielo giornalmente, si dovrà cercare di farglielo prendere direttamente dalla nostra mano. In questo modo esso si abituerà al nostro contatto e acquisirà confidenza con noi ogni giorno di più.
Così, dopo un periodo di tempo più o meno lungo (che varierà in funzione dell’età dello scoiattolo e della frequenza di questa operazione), lo scoiattolo si lascerà accarezzare e successivamente inizierà a uscire e ad entrare dalla gabbia senza alcun timore.
Nel periodo di addestramento si deve cercare di non spaventare per nessun motivo l’animale con movimenti bruschi, e, soprattutto, di non cambiare posto alla gabbia. L’addestramento deve essere tentato, possibilmente, da una sola persona, in modo che lo scoiattolo prenda con essa la massima confidenza e fiducia.
Naturalmente se si riuscisse ad acquistare esclusivamente uno o più esemplari nati in cattività e in età giovanile (preferibilmente non superiore ai tre mesi), l’addestramento ne risulterebbe senza dubbio facilitato.
È praticamente inutile tentare di compiere questa operazione con esemplari già adulti (oltre un anno di età), in particolare se si tratta di soggetti catturati in libertà.
L’addomesticamento crea qualche difficoltà per la riproduzione dei soggetti addestrati i quali, una volta messi insieme a un individuo del sesso opposto, difficilmente si accoppiano o, se si tratta di femmine, possono sottrarsi all’allattamento della prole.
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