Cineraria: coltivazione e cura
DESCRIZIONE
La cineraria (Senecio hybridus=Cineraria kybrida: famiglia Asteracee o Composite) è legata al Senecio cruentus, cui del resto sì fa corrispondere è originaria delle Isole Canarie ed è nota nei giardini dal 1777.
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È una pianta biennale (vivace se in serra), alta 2550 cm, eretta, ramificata in alto. Ha gran di foglie cuoriformi, dentate, opaco-vellutate, un po’ bollose e verdi chiare di sopra e per lo più rossastre sulla pagina inferiore, picciolate, variamente dentate. I fiorì consistono in realtà in ampi capolini, un po’ odorosi, che ricordano grandi margherite a lingue ampie. Essi sono molto numerosi, ritmiti in ampi corimbi piramidali.
Detti capolini hanno disco centrale rossiccio, bruno scuro o porporino-violaceo e raggiera di colori molto vari, che vanno dal bianco al rosa-lilla, dal rosso-sangue al viola o all’azzurro, con toni vivacissimi ed intensi. Molte le cultivar a capolini bicolori, con una corona centrale di solito più chiara.
I semi corrispondono ad acheni bruni, oblunghi. Esistono anche cultivar a ligule tubulose che vengono distinte, impropriamente, col nome di cinerarie a fiori doppi; se ne conoscono però anche a capolini effettivamente doppi.
Si seminano in giugno-luglio in semenzaio o in agosto in letti o catini con terriccio di bosco e di castagno e sabbia, un po’ in ombra, quindi si ripicchettano entro vasi ben drenati, non appena compare la prima foglia vera. Si fanno svernare in cassoni coperti o in serra con molta luce e si trapiantano ancora una o due volte durante l’autunno e l’inverno tenendo conto che soffrono per l’umidità eccessiva.
Nelle regioni meridionali si possono seminare in piena terra. Per le cultivar che si vogliono mantenere con i caratteri loro particolari, come quelle a fiori doppi, si consiglia la propagazione per bottura entro vasi, usando rami basali fomiti di gemme. Le cinerarie fioriscono dall’inverno alla primavera inoltrata.
Vanno soggette al seccume ed all’imbrunimen-to fogliare dovuto alla muffa grigia (Botrytis cinerea), ed al mal bianco delle foglie. La prima malattia si manifesta con macchie fogliari pallide, poi gialle, quindi brune che, in ambiente umido, si ricoprono di una muffetta grigia; spesso le piante avvizziscono e muoiono.
Si consiglia di ventilare le piante se sono in serra o sotto vetri, ridurre le concimazioni azotate se eccessive, e trattare le piante stesse con anticrittogamici a base di Thiram. La disinfezione del terreno spargendo polveri contenenti nitrobenzoli dà buoni risultati. Per il mal bianco, dovuto alYErysiphe (—Leveillula) taurica ( = Ovulariopsìs haplophylli come forma conidica), sono utili i trattamenti tempestivi con zolfo: del resto sono comunque consigliate le zolfature frequenti.
Specie affini alla cineraria citata, sono Senecio grandijbrns (— S. ghiesbreghtii), introdotto in Europa, dal Messico, nel 1844, a capolini gialli, e da cui alcuni Autori vogliono far dipendere la Cineraria hybrida ; Senecio populifolius, delle Isole Canarie, con capolini a disco giallo a raggiera lilla-cina; e S. petasìtis del Sudamerica, con capolini dorati.
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