Corvo: Descrizione, etologia e foto.

corvo
Corvo su ramo in autunno

Corvus frugilegus L.

Dimensioni e misure del corvo

Lunghezza totale del corvo mm 460
ala 280-340
becco 56
peso 300 gr.

Il Corvo è specie che interessa l’Italia solo come svernante. Da fine ottobre a marzo è infatti possibile incontrare questo Corvide in molte zone della pianura Padana. Entro aprile, comunque, tutti gli effettivi che hanno svernato nel nostro paese riattraversano le Alpi diretti verso i luoghi di riproduzione dell’Europa centro-settentrionale.

Descrizione

Il Corvo ha piumaggio nero, e ciò può ingenerare qualche confusione con la Cornacchia nera. Se ne distingue per la cute alla base del becco grigio-chiara e per le penne dei fianchi che fanno da “calzoni” in modo assai caratteristico.

I giovani di Corvo (fino ad un anno di età) mancano del grigio alla base del becco ed i calzoni sono meno netti. In questo caso può essere utile osservare il becco, che nel Corvo è più esile e con culmine meno curvo della Cornacchia, o, in volo, il battito d’ala, più veloce nel Corvo. La voce è assai distintiva e può essere descritta come un “rraaak” aperto e gutturale.

Distribuzione

L’areale distributivo comprende buona parte dell’Europa e dell’Asia centrale. In Asia orientale è presente la sottospecie Corvus frugilegus pastinator.

In Italia l’areale di svernamento è in netta contrazione, anche se sono note recenti osservazioni di corvi in Toscana.

Il Corvo è parzialmente migratore. Sembra che l’attività migratoria sia da ricollegarsi in ultima analisi alla sua tipica tecnica di ricerca del cibo; si alimenta infatti sondando il terreno, ed è evidente che in condizioni di suolo gelato la sopravvivenza individuale risulta quanto meno problematica.

giovane corvo
Giovane Corvo

All’inizio della stagione rigida gran parte degli effettivi abbandonano così le aree del Nord Europa andando a svernare più a Sud (Italia, Grecia, Spagna).

Sono note, comunque, delle popolazioni settentrionali che non migrano affatto.

La specie tende ad evitare ambienti boschivi ed il suo habitat tipico nell’Italia settentrionale è infatti quello delle pianure coltivate con gruppi di alberi sparsi, anche se non disdegna le zone collinari.

Alimentazione

Il Corvo è onnivoro. Tuttavia, rispetto alla Cornacchia, forse per effetto della succitata tecnica di alimentazione, risulta essere più specialista. La dieta animale, pur varia, risulta comunque incentrata prevalentemente sui lombrichi e sulle larve di Tipula.

Essa viene completata da Coleotteri, Imenotteri e Ragni, prede queste che vengono catturate sulla superficie del terreno. Nell’Italia settentrionale, comunque, la cattura dei lombrichi sembra essere relativamente rara.

Analisi del contenuto stomacale effettuate sui Corvi della pianura Padana indicano che gli Insetti vengono catturati da questa specie anche in autunno-inverno, assicurando quindi un prezioso apporto proteico in tale periodo.

La componente vegetale comprende semi di mais, frumento e riso che vengono raccolti in periodi diversi dell’anno adottando tecniche di ricerca opportunamente diversificate.

Il Corvo non trascura neanche la frutta ed infatti viene spesso segnalato nei frutteti dove svolge comunque la sua attività alimentare perlopiù sul terreno, consumando la frutta caduta.

corvo su mangiatoia artificiale
Covo che approfitta della mangiatoia posta da umani per sfamare in inverno piccoli passeriformi.

La relativa specializzazione alimentare del Corvo si riflette anche sul suo comportamento. In Scozia si è scoperto, ad esempio, che la specie impiega più tempo per la ricerca dell’alimento in estate che nelle altre stagioni, e ciò sembra essere dovuto alla scarsità estiva di lombrichi e larve di Tipula, a cui la specie cerca di far fronte intensificando la ricerca del cibo.

L’estate pertanto, paradossalmente, risulta essere un periodo difficile per il Corvo ed i decessi degli individui giovani per insufficiente alimentazione non sono rari. Condizioni di carenza alimentare possono naturalmente verificarsi in caso di pesante innevamento invernale e anche durante il periodo riproduttivo gli adulti non di rado faticano ad ottenere il cibo necessario per i piccoli.

Le tecniche di ricerca del cibo devono essere apprese dai giovani Corvi che, in fase di alimentazione, sono in genere meno vigili e meno efficienti dei genitori.

Nidificazione e cura della prole

Questa specie nidifica in colonie e sceglie gli alberi su cui collocare il nido in base alla disponibilità ambientale. In Polonia ed in Spagna, ad esempio, l’essenza arborea più utilizzata è il pioppo, mentre in talune aree dell’Inghilterra è usato frequentemente l’olmo ed in altre il pino silvestre e quello marittimo.

La costruzione del nido inizia in marzo-aprile. Di solito il maschio trasporta al sito prescelto la maggior parte del materiale mentre, in particolare dal momento in cui il nido comincia a prendere forma, è la femmina che si incarica di collocare ad arte rami e materiale di rifinitura interna.

Il Corvo non sembra utilizzare una tecnica particolare per la collocazione dei rami. Tende anzi a procedere con movimenti lenti e poco coordinati, tanto che, prima che inizi a prender forma una struttura che ricordi vagamente una piattaforma, possono trascorrere anche due-tre giorni di lavoro.

Le uova (in numero variabile da due a sette, di color verde-bluastro o verde-grigiastro macchiettate di bruno) vengono deposte da marzo a maggio e covate per 16-18 giorni dalla sola femmina. Dopo la schiusa è il maschio che porta il cibo al nido, affidandolo normalmente alla compagna che si incarica della sua eventuale frammentazione e ridistribuzione ai pulii.

In questo periodo è essenziale, per i piccoli, l’apporto di proteine animali. In annate eccezionalmente rigide, gli adulti possono incontrare serie difficoltà nel reperimento dei lombrichi (che, con il freddo, tendono ad infossarsi in profondità nel terreno) ed il tasso di mortalità al nido cresce allora sensibilmente.

Entrambi gli adulti si fanno carico della pulizia del nido, dal quale vengono sistematicamente allontanati i sacchetti fecali emessi dalla prole. Dopo circa 30 giorni dalla schiusa i giovani Corvi sono in grado di abbandonare il nido; rimarranno comunque dipendenti dai genitori per quasi tutta l’estate.

Oltre a questi dati di base, sono stati chiariti molti altri aspetti della biologia riproduttiva di questa specie.

Le colonie

Una delle caratteristiche di molte specie coloniali è quella della promiscuità, che risulta essere, in termini adattativi, piuttosto vantaggiosa.

I maschi di Corvo non fanno eccezione a questa regola e mostrano, accanto alla ben nota monogamia, anche una certa tendenza alla promiscuità con altre femmine. Sono i maschi adulti e con maggior esperienza che, durante il periodo riproduttivo, riescono con successo a riprodursi con il partner legittimo e ad accoppiarsi, nel contempo, con un buon numero di femmine giovani.

Il vantaggio di tale “strategia riproduttiva mista” è evidente perché, in questo modo, il maschio ha la possibilità di trasmettere i propri caratteri genetici ad un numero più elevato di discendenti.

colonia notturna
Corvi che si preparano a passare la notte nella colonia notturna.

È bene sottolineare, quindi, come nei Corvidi la monogamia non sia necessariamente indizio di fedeltà coniugale. I maschi più vecchi, inoltre, sembrano anche essere meno premurosi dei giovani nei confronti della femmina, che viene nutrita al nido con minor sollecitudine.

I dati di cura parentale potrebbero essere direttamente correlati con quelli relativi al comportamento sessuale. Si potrebbe infatti ipotizzare che i maschi adulti siano troppo impegnati in tentativi di copulazione extraconiugale per poter essere, nel contempo, anche dei partner premurosi.

Le colonie di nidificazione sono costituite, oltre che dalle coppie di adulti in riproduzione, anche da numerosi individui giovani. Questi ultimi non sono particolarmente legati al sito. Le ampie fluttuazioni numeriche che si registrano normalmente alla colonia sono infatti dovute al loro comportamento erratico ed al successivo reclutamento all’interno della colonia.

I giovani si riproducono a partire dal secondo anno, ma la scelta della colonia sembra venga effettuata già nella tarda primavera del loro primo anno di vita.

In Scozia, durante la cattiva stagione, i Corvi tendono ad allontanarsi poco dal sito comunitario, mentre in primavera ed estate gli spostamenti a scopo alimentare sono più accentuati.

Nell’ambito della famiglia il Corvo è senza dubbio la specie che mostra la maggior socialità. Tutta la sua esistenza trascorre infatti a stretto contatto quotidiano con i conspecifici.

In periodo riproduttivo, come dianzi accennato, il Corvo nidifica in colonie che possono essere costituite anche da centinaia di coppie (non sono rari i casi in cui la colonia risulta composta anche da più di 1000 coppie).

Il Gregarismo – la vita sociale

Il gregarismo del Corvo si manifesta anche in periodo non riproduttivo. In Italia settentrionale i Corvi che si osservano sui campi in autunno ed inverno sono sempre in gruppo, ed è frequente incontrare stormi di più di cento individui.

La socialità del Corvo si esprime ancor più chiaramente in occasione del raduno serale al dormitorio, L’adunata serale al sito di ricovero notturno è uno degli spettacoli naturali più affascinanti ed impressionanti.

Giovane corvo
Giovane corvo durante la fase dell’involo

In pianura Padana i dormitori, in genere, sono dei piccoli boschetti o pioppeti verso i quali, poco prima del calar del sole, iniziano a confluire stormi di diverse dimensioni provenienti dai campi di alimentazione.

Solitamente l’arrivo del gruppo è preannunciato dalle grida roche dei suoi componenti in avvicinamento, che vanno poi ad unirsi agli individui, anch’essi vocianti, già presenti al sito.

Il numero di uccelli, così come il loro clamore, va progressivamente aumentando tanto più il sole si abbassa sull’orizzonte. In questo lasso di tempo, comunque, l’attività individuale è frenetica e il dormitorio è abbandonato di frequente per l’ultimo volo ai campi immediatamente adiacenti.

Dopo il calare del sole la gran massa dei Corvi si raduna finalmente sugli alberi prescelti e l’incessante vociare del tramonto si placa progressivamente con il calare della notte.

A partire dall’alba assembramento progressivamente si scioglie con l’involo successivo di piccoli gruppi di uccelli.

Perché i Corvi, ed in generale i Corvidi, tendono a riunirsi per trascorrere la notte? Le ipotesi avanzate sono varie e nessuna, da sola, pienamente convincente. Secondo alcuni autori il dormitorio funzionerebbe come centro di informazione della comunità. In altri termini, ci sarebbe uno scambio di informazioni relative alla disponibilità alimentare dei dintorni.

Nidificazione in gruppo
Nidificazione in gruppo di corvi neri

Gli individui che hanno scoperto, ad esempio, dei campi particolarmente ricchi di alimento sono in grado di comunicare agli altri membri del dormitorio questa felice scoperta.

Secondo tale interpretazione, il comportamento gregario del Corvo, specie in inverno, sarebbe quindi un adattamento allo sfruttamento di risorse trofiche localizzate, la cui disponibilità è fortemente soggetta alla variabilità delle condizioni ambientali (terreno ghiacciato, coperto di neve, ecc.).

Secondo altri autori il significato prevalente del raduno serale è quello anti predatorio. Stormi compatti di uccelli raramente, verrebbero attaccati dai predatori che, d’altra parte, avrebbero una scarsa probabilità di avvicinarsi al gruppo senza essere scoperti.

La socialità del Corvo si esprime anche attraverso un’elevata tendenza alle interazioni aggressive intraspecifiche. La frequenza di aggressioni non sembra aumentare in periodi di scarsa disponibilità alimentare.

Tuttavia, in condizioni ambientali particolari (come nel caso di copertura nevosa), la concentrazione degli individui aumenta, e con essa la frequenza di aggressioni. Non è quindi da escludere che l’aggressività intraspecifica possa essere, in certe condizioni, un prezioso meccanismo di regolazione delle popolazioni.

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