Aspidistra: coltivazione, esposizione e cura
In generale
In qualche zona dell’Italia settentrionale, accanto agli effetti personali, la giovane sposa porta, ancora oggi, nella nuova casa il vaso di Aspidistra che, secondo antica consuetudine, si tramanda di madre in figlia.
È pianta popolare, l’Aspidistra, un tempo assai diffusa in ogni casa, oggi a torto trascurata dal grande pubblico, perché le sue qualità sono preziose anche se la tradizione ne ha fatto un classico onnipresente elemento di una stereotipata oleografia ottocentesca che ha contribuito ad allontanarne i favori.
Origini dell’Aspidistra
È originaria dell’Estremo Oriente (Giappone, Gina) ed è stata importata nei primi decenni del 1800, incontrando entusiasmo per la facilità di coltura e la robustezza, tanto che gli inglesi la chiamano « Iron Plant », cioè « pianta di ferro ».
Morfologia
Il genere Aspidistra è ascritto alla famiglia delle Liliaceae. Raccoglie poche specie, di cui la più nota è A. lurida.
Le piante di Aspidistra sono erbacee, rizomatose, acauli con foglie radicali numerose, grandi e persistenti, di forma oblungo-lanceolata, coriacee, di un bel colore verde scuro e brillante, che in qualche cultivar si presenta striato di bianco.
I fiori, campanulati, di color blu o viola-brunastro, quasi sessili, non sono ornamentali e costituiscono una curiosità scientifica avendo, contrariamente alle Liliaceae in genere, una organizzazione tetramera (8 stami ed ovario a 4 loculi). Il frutto è una bacca globosa con numerosi semi.
Coltivazione
È conosciuta e diffusa unicamente come pianta da fogliame, sia per la decorazione degli ambienti, sia per lavori da fioraio.
Resistentissima alle peggiori condizioni di umidità, di polvere, di luce, ha dimostrato di resistere anche ai geli. Può essere impiegata quindi nelle regioni a clima mite anche all’aperto, dove si presta alla formazione di macchie e di bordure nelle zone fresche ed ombreggiate del giardino.
La coltivazione è facilitata dalla rusticità della pianta, che cresce in ogni tipo di terreno. La moltiplicazione avviene in primavera per divisione dei cespi, avendo l’accortezza che ogni pezzetto di rizoma porti almeno una foglia.
I singoli segmenti si riuniscono a 3 o 4 per ogni vaso e se ne favorisce l’attecchimento in serra calda o in cassone.
Specie e varietà
L’unica specie interessante per noi è VA. lurida (= A. elatior). Le varietà orticole non sono ben delimitate né convenientemente classificate. Si distinguono per la diversa colorazione delle loro foglie, che appaiono variegate o punteggiate più o meno ampiamente.
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